La struttura romana, di epoca tardo imperiale, per la sua eccezionale ricchezza di elementi architettonici e decorativi, è divenuta oggetto di particolare rilievo all’interno del programma di salvaguardia e valorizzazione del patrimonio della regione siciliana, la cui gestione è oggi affidata al Parco Archeologico della Villa Romana del Casale e delle aree archeologiche di Piazza Armerina e dei Comuni limitrofi, Istituto dell’Amministrazione Regionale dei Beni Culturali.
La Villa, tutelata dall’Unesco dal 1997, è appartenuta ad un esponente dell’aristocrazia senatoria romana, forse un governatore di Roma (Praefectus Urbi); secondo alcuni studiosi fu, invece, costruita e ampliata su diretta committenza imperiale. Per la sua bellezza e complessità, può considerarsi uno degli esempi più significativi di dimora di rappresentanza rispetto ad altri coevi dell’Occidente romano. L’alto profilo del suo committente viene celebrato, in modo eloquente, attraverso un programma iconografico, stilisticamente influenzato dalla cultura africana, che si dispiega, con ricchezza compositiva, in una moltitudine di ambienti a carattere pubblico e privato.
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